«Credette Cimabue de la pintura
tener lo campo e ora ha Giotto il grido
sì che la fama di colui è oscura».
Così Dante scrive nella Divina Commedia a proposito del pittore fiorentino a cui era legato da stima e amicizia. Basandosi ed ispirandosi ad alcuni aspetti specifici degli affreschi di Padova Urbs Picta ma anche alle temperie storiche di quel tempo la pièce vuole trasfigurare e incarnare in due parti coreografiche attigue, senza soluzione di continuità, il linguaggio figurativo giottesco che per la prima volta si rifà all’Uomo preannunciando la modernità. Il lavoro è dedicato soprattutto al ciclo pittorico giottesco (con particolare attenzione all’impianto iconografico, ai Vizi e alle Virtù e alle raffigurazioni angeliche contrapposte a quelle del Guariento); in scena i corpi, i gesti e in special modo i volti sono i protagonisti di questa creazione a 360° che resta sospesa in una dimensione disincarnata ma profondamente umana e che vorrebbe portare lo spettatore a provare quel sentimento di “stupore” e ascolto del racconto – tuttavia qui la narrazione è astratta e la drammaturgia ramificata – la cui finalità era intrinseca nell’arte figurativa medievale. Una prova di maturità interpretativa, non solo coreutica, che la coreografa dona e affida ad alcuni e alcune delle danzatrici e dei danzatori di Padova Danza Project (con Artisti ospiti).
Le Mani degli Angeli, come il precedente spettacolo Vitano Nova I – II, si ispira a PADOVA URBS PICTA, un progetto originale che considera l’eccezionale riconoscimento dato dall’UNESCO alla città di Padova.
TITOLO SPETTACOLO Vita Nova I – II
COREOGRAFIA Nicoletta Cabassi
REGIA Nicoletta Cabassi
MUSICHE Gavin Bryars e musica elettronica
SCENOGRAFIE Immagini proiettate di particolari degli affreschi
COSTUMI Concept Nicoletta Cabassi
LIGHT DESIGNER Concept Nicoletta Cabassi con Giacomo Casadei
DANZATORI Padova Danza Project con Artisti ospiti
Padova Danza Project
«Credette Cimabue de la pintura
tener lo campo e ora ha Giotto il grido
sì che la fama di colui è oscura».
Così Dante scrive nella Divina Commedia a proposito del pittore fiorentino a cui era legato da stima e amicizia. Basandosi ed ispirandosi ad alcuni aspetti specifici degli affreschi di Padova Urbs Picta ma anche alle temperie storiche di quel tempo la pièce vuole trasfigurare e incarnare in due parti coreografiche attigue, senza soluzione di continuità, il linguaggio figurativo giottesco che per la prima volta si rifà all’Uomo preannunciando la modernità. Il lavoro è dedicato soprattutto al ciclo pittorico giottesco (con particolare attenzione all’impianto iconografico, ai Vizi e alle Virtù e alle raffigurazioni angeliche contrapposte a quelle del Guariento); in scena i corpi, i gesti e in special modo i volti sono i protagonisti di questa creazione a 360° che resta sospesa in una dimensione disincarnata ma profondamente umana e che vorrebbe portare lo spettatore a provare quel sentimento di “stupore” e ascolto del racconto – tuttavia qui la narrazione è astratta e la drammaturgia ramificata – la cui finalità era intrinseca nell’arte figurativa medievale. Una prova di maturità interpretativa, non solo coreutica, che la coreografa dona e affida ad alcuni e alcune delle danzatrici e dei danzatori di Padova Danza Project (con Artisti ospiti).
Le Mani degli Angeli, come il precedente spettacolo Vitano Nova I – II, si ispira a PADOVA URBS PICTA, un progetto originale che considera l’eccezionale riconoscimento dato dall’UNESCO alla città di Padova.
TITOLO SPETTACOLO
Vita Nova I – II
COREOGRAFIA
Nicoletta Cabassi
REGIA
Nicoletta Cabassi
MUSICHE
Gavin Bryars e musica elettronica
SCENOGRAFIE
Immagini proiettate di particolari degli affreschi
COSTUMI
Concept Nicoletta Cabassi
LIGHT DESIGNER
Concept Nicoletta Cabassi con Giacomo Casadei
DANZATORI
Padova Danza Project con Artisti ospiti